Quando l’orologio interno non funziona
Per molte persone, il laboratorio del sonno è l’ultima spiaggia nella lotta per un sonno migliore. Ma in cosa consiste l’aiuto?
La stanza da letto ricorda più un albergo di classe media che una struttura altamente tecnologica. Al piano inferiore del laboratorio del sonno Fluntern a Zurigo ci sono quadri e acchiappasogni alle pareti. L’atmosfera è accogliente, domina il legno anziché la tecnologia. Chi viene per il monitoraggio del sonno, dorme qui.
Nella stanza accanto si svolgono i preparativi per l’analisi del sonno: gli esperti applicano piccoli elettrodi su varie parti del corpo delle pazienti e dei pazienti. Le sonde alla testa misurano le onde cerebrali, agli angoli degli occhi il loro movimento, al mento e alla parte inferiore delle gambe l’attività muscolare, alle costole lo sforzo respiratorio e sul torace l’attività cardiaca. Sopra alla persona che dorme sono sospesi microfoni e telecamere a infrarossi che sorvegliano il sonno. Inoltre, dal soffitto si staglia una scatola disadorna che registra tutti i dati della «polisonnografia» e li invia al computer del medico. Una volta applicati sonde e cavetti, i pazienti e le pazienti vanno a letto e ci restano fino a quando si svegliano spontaneamente la mattina dopo.
Ultima fermata: laboratorio del sonno
Il neurologo Christian Neumann ha già aiutato a dormire meglio molte delle persone che sono passate per i letti del laboratorio del sonno. Il responsabile del centro racconta di un giovane che per anni non è riuscito a svegliarsi in tempo al mattino e per questo è finito addirittura all’ospedale psichiatrico. Nessuno era in grado di aiutarlo. Oltre al monitoraggio notturno, Neumann ha anche misurato notte e giorno l’attività motoria del suo paziente mediante un dispositivo di tracking al polso. Questi ausili vengono impiegati sempre più spesso nella lotta per riuscire a dormire meglio. Le registrazioni hanno fornito elementi sul comportamento del sonno della persona monitorata. «Per noi si tratta soprattutto di individuare i modelli», spiega Neumann. In molti casi i dati forniscono un quadro molto diverso da quello che i pazienti percepiscono soggettivamente.
Da Neumann si presentano persone che non riescono a dormire, oppure non dormono bene. Soffrono d’insonnia, apnea del sonno, disturbi del ritmo sonno-veglia, narcolessia o sindrome delle gambe senza riposo. Spesso le pazienti e i pazienti hanno alle spalle un lungo percorso di sofferenza prima di arrivare al laboratorio del sonno.
«A tutti capita una nottataccia», afferma Neumann, «ma è solo quando i disturbi assumono una dinamica propria che diventano un problema», e negli ultimi anni sono aumentati enormemente. Le pressioni di una società fortemente orientata al rendimento si fanno sentire e la pandemia ha esacerbato le paure, le depressioni e le ansie. Neumann sottolinea come sostanzialmente tutte le forme di disturbi del sonno siano aumentate in modo significativo negli ultimi anni.
Il neurologo Christian Neumann dirige il laboratorio del sonno Fluntern a Zurigo. Era una specie di ultima spiaggia per un giovane che per anni ha dormito costantemente troppo e che per questo è finito in un reparto psichiatrico. Quando non vide più una via d’uscita, il giovane si recò al laboratorio del sonno di Neumann. L’esperto del sonno iniziò a misurare il sonno e l’attività motoria del ragazzo 24 ore su 24. Grazie a questi dati, Neumann constatò che l’orologio interno dell’uomo era completamente spostato. Questo accade spesso, afferma l’esperto. Con la luce diurna e una dose aggiuntiva di melatonina, l’ormone che regola la modalità sonno-veglia, gli esperti sono stati finalmente in grado di aiutare il paziente. Oggi ha la propria vita sotto controllo e dorme bene, dice Neumann.
Dormire bene o meglio: questo è ciò che tutti vogliono. Ma lo stress impedisce a molti di farlo. Quando si tratta di sonno, lo stress in tutte le sue forme è una classica «piaga». Ecco perché la terapia cognitivo-comportamentale è lachiavedellasoluzione per molti, secondo Neumann. Il neurologo, che lavora anche come psichiatra, si prende molto tempo per i colloqui. «Vogliamo essere in grado di valutare i pazienti in modo olistico, perché la ricerca sul sonno non si limita solo alla neurologia.»
In effetti, la ricerca sul sonno è un classico esempiodi approccio interdisciplinare: geni, dieta, esercizio fisico, lavoro, ambiente sociale: non c’è praticamente nessun ambito che non sia direttamente collegato al nostro sonno. Per questo motivo, al Fluntern diZurigo lavorano insieme specialisti di neurologia, psichiatria e pneumologia.
Come tenere sotto controllo il sonno
Anche a casa si possono intraprendere diverse cose per migliorare il sonno: la tendenza alla perfezione del sé ha fatto sì che gli sleep tracker forniscano risultati quasi pari a quelli dei dispositivi medici di misurazione. Per un controllo temporaneo, può essere utile l’automonitoraggio con i tracker, afferma il neurologo Neumann.
Per il resto, Neumann sconsiglia i misuratori del sonno, perché: «L’aumento dell’auto-ottimizzazione porta spesso a disturbi del sonno. La percezione soggettiva dei disturbi è aumentata notevolmente, afferma Neumann. Molte persone rimangono intrappolate in una sorta di circolo vizioso. «È paradossale: vogliamo dormire meglio, ma quando affrontiamo questo tema, automaticamente dormiamo peggio», spiega l’esperto.
Cullamento, terapia del suono, cuscini intelligenti: la ricerca non dorme mai
In considerazione del numero crescente di persone affette da problemi di sonno, la ricerca sta cercando di trovare nuove strade. La Svizzera è nota in tutto il mondo per la ricerca sul sonno, afferma Esther Werth, sonnologa presso il Dipartimento di Neurologia e responsabile del laboratorio del sonno dell’Ospedale Universitario di Zurigo. Per esempio, i ricercatori del politecnico di Zurigo stanno studiando quali movimenti di cullamento hanno il maggiore effetto sul sonno. A tal fine, i soggetti sani si sdraiano su un letto che può essere spostato in tutte le direzioni, fornendo così dati utili agli studi. In questo modo sono stati sviluppati anche cuscini la cui tecnologia analizza i suoni del respiro o del russare e sposta il o la dormiente in una posizione diversa a seconda delle necessità.
La ricerca sta anche cercando di «potenziare il sonno», afferma Werth. Sotto il nome «Sleep Loop» si sta cercando di approfondire il sonno profondo e di renderlo più riposante. A tal fine, i toni vengono riprodotti in momenti specifici che devono essere sintonizzati con precisione sulle corrette onde del sonno profondo dei soggetti del test. «In passato, un esperimento del genere non sarebbe stato possibile perché la tecnologia non era ancora così avanzata», afferma Werth, «ma oggi abbiamo le possibilità di immergerci nel mistero del sonno e di ottenere nuove conoscenze».