«Determinati organi invecchiano infatti più rapidamente di altri»
Il medico Nir Barzilai è un luminare della ricerca della longevità. Nell’intervista spiega quanto sono importanti i geni per una lunga vita, come presto diventeremo tutti più vecchi rimanendo in salute e perché siamo gli artefici della nostra salute.
L’invecchiamento è anche una delle cause principali dell’accelerazione delle malattie neurodegenerative. Anche in questo caso, in futuro ci saranno medicinali che potranno essere utilizzati per migliorare la salute del cervello. A mio avviso, prevarranno quelli che aumentano la cosiddetta autofagia. Si tratta di un processo delle nostre cellule che ci aiuta a smaltire i prodotti di scarto, soprattutto nel cervello. Questi «rifiuti» comprendono alcune proteine che, in dosi elevate, possono causare l’Alzheimer. L’autofagia è, per così dire, lo «smaltimento dei rifiuti» del nostro corpo. Più invecchiamo, peggio funziona. Il nostro obiettivo è sviluppare un medicinale che permetta di continuare a smaltire i rifiuti in modo efficace anche in età avanzata.
Sembra promettente; tuttavia, significa che dovremo assumere medicinali per il resto della nostra vita?
L’obiettivo non è di concentrarci esclusivamente sull’assunzione di compresse, ma di fare anche qualcosa per il nostro «good aging». Per esempio, io prendo la metformina. È un medicinale per il diabete di tipo 2. Gli studi hanno dimostrato che questo medicinale può anche arrestare le malattie legate all’età, come i disturbi cardiovascolari, e rallentare il processo di invecchiamento. Ho anche cambiato rigorosamente la mia dieta. Faccio il digiuno intermittente: mangio per sette ore e poi digiuno per diciassette ore.
Uno sguardo alle zone blu del mondo, in cui vive la maggior parte dei centenari, è particolarmente rivelatore: uno stile di vita sano contribuisce a prolungare la vita.
Sì, ma ci sono anche ragioni genetiche per cui gli abitanti delle zone blu vivono e rimangono in salute così a lungo. In ogni caso, è molto importante dire che uno stile di vita sano è fondamentale per la maggioranza assoluta delle persone che non hanno la «fortuna genetica» di invecchiare in buona salute.
Quindi, chi non ha «supergeni», deve darsi da fare da sé. Cosa fa da «comune mortale» per una vita sana e lunga?
Faccio moto ogni giorno. Mi alleno due volte a settimana con un coach per mantenere in forma cuore, muscoli e flessibilità. Cerco di dormire otto ore ogni notte. Le interazioni sociali sono importanti: nel mio lavoro ne ho molte. Come detto, per la mia dieta mi affido al digiuno intermittente, grazie al quale ho ridotto il mio peso. Oggi è più facile per me mantenere il mio peso e posso allenarmi meglio. Anche la stanchezza durante il giorno è scomparsa. Ma quando si tratta di alimentazione, ognuno deve trovare la propria strada. Non tutto funziona per tutti. La dieta mediterranea è certamente un’opzione: a basso contenuto di carboidrati, senza o con pochissimi prodotti animali. Questi ultimi aumentano i livelli di infiammazione nell’organismo e favoriscono quindi le malattie.
Queste misure saranno ancora necessarie tra cinquant’anni?
Nel 2074 potremmo ricevere un’iniezione di longevità una volta all’anno, a partire dai 20 anni, per rallentare il nostro processo di invecchiamento. Quindi, forse, prima o poi vivremo tutti fino a 115 anni; molto di più non penso sarà possibile per noi umani. Ma uno stile di vita sano sarà sempre fondamentale.
Nir Barzilai (68) dirige il più grande centro di ricerca sull’invecchiamento e sulla longevità al mondo presso l’Albert Einstein College of Medicine di New York City. Nato in Israele, la sua ricerca si concentra sui fattori genetici della longevità, che ha analizzato per molti anni in vari studi su centenari, ipotizzando che queste persone abbiano dei geni che le proteggono dall’invecchiamento e dalle malattie associate. Vuole tradurre queste differenze genetiche in una terapia che sia utile a tutte le persone per una vita sana e lunga. Descrive come funziona una vita sana e lunga nel suo libro «Age Later», pubblicato nel 2020.