Quale parte del corpo fa male?

Il disturbo fisico di cui ci si lamenta più spesso in Svizzera è il mal di schiena. Questo è quanto ha rilevato lo studio «Sanitas Health Forecast 2023». Gli ultimi risultati dell’indagine annuale sulla salute del futuro lo dicono chiaramente: abbiamo troppa poca energia, non ci muoviamo a sufficienza e abbiamo paura, invecchiando, di perdere la vista.

Testo: Branders, Illustrazione: Andreas Samuelsson

Quando si parla di dolore, si evidenziano alcune differenze regionali: nelle regioni montane, la popolazione si lamenta più spesso del mal di testa rispetto a chi è in pianura. Berna è la roccaforte dell’emicrania in Svizzera e nel Canton Zurigo il numero di persone che soffre di dolori mentali è maggiore rispetto a qualsiasi altra regione. Tutto questo si evince dalla «mappa del dolore», che si trova, oltre ai risultati dello studio, nella nuova edizione del «Sanitas Health Forecast».  

La maggior parte delle persone intervistate ritiene che il sovraccarico fisico sia spesso la causa del dolore. Quando sente dolore, un abitante della Svizzera su due ricorre alle medicine. Se questo popolarissimo rimedio non è sufficiente, allora cerchiamo un aiuto terapeutico. La durata della sofferenza varia, con le ticinesi e i ticinesi che sono i primi a recarsi dal medico. Per inciso, i medici sono ancora il primo punto di riferimento per chi sente dolore (59%), ma anche gli studi osteopatici sono sempre più popolari, soprattutto nella Svizzera francese (15%).  

Il grande esaurimento: il lavoro ci priva della nostra energia
Sofferenza fisica e mentale sono un fattore che ci costa energia. In generale, oltre un terzo della popolazione svizzera sente di avere meno energia oggi rispetto a cinque anni fa. Una persona su sette in Svizzera si sente regolarmente o quasi costantemente esausta; tra i giovani addirittura più di una persona su cinque. Il lavoro è il principale responsabile del nostro grande esaurimento; questo è quanto afferma più della metà delle persone intervistate (58%). Altri ladri di energia sono le relazioni sociali (30%) e la mancanza di pazienza (24%). Esistono, inoltre, altri fattori che a detta di molti degli intervistati si ripercuotono negativamente sul nostro livello di energia e conducono all’esaurimento. L’influsso della digitalizzazione, che a quanto pare ci sottrae tempo (50%) e provoca stress a  causa della costante accessibilità (43%), è grande.  

La nostra vitalità potrebbe essere decisamente migliore. Desideriamo ardentemente una transizione energetica personale perché la nostra energia ci guida: è l’elisir per una vita felice e sana. Di conseguenza, tre quarti delle persone intervistate (75%) desidera una maggiore vitalità nella propria vita. L’energia è la chiave della felicità e della soddisfazione; di questa opinione sono più di due terzi della popolazione svizzera. In primo luogo, perché riteniamo che l’energia vitale personale abbia un effetto positivo sul nostro corpo e ci faccia sentire in forma (64%) e resistenti (58%). Secondo poi, la nostra energia ci aiuta a provare emozioni
positive: abbiamo bisogno di energia per avere più fiducia e ottimismo (71%), umorismo (65%) e sicurezza di sé (64%). Come facciamo il pieno di energia? Sei abitanti della Svizzera su dieci si affidano allo sport e all’esercizio fisico. 

Mancanza di attività fisica: meno di due ore al giorno
Ma è proprio il movimento a mancare nel nostro Paese. Rispetto alla situazione di dieci anni fa, la maggior parte della popolazione svizzera svolge oggi un’attività fisica uguale o inferiore a quella di allora (65%). La percentuale di coloro che svolgono più attività rispetto a dieci anni fa è solo del 35%. Eppure sappiamo bene cosa può fare il movimento: nove persone intervistate su dieci in Svizzera ritengono di poter ottimizzare l’attività fisica per migliorare la propria salute e il proprio benessere. Di conseguenza, la maggioranza vuole fare esercizio in modo più consapevole (42%), più a lungo (38%) e più spesso (35%). Inoltre, la maggior parte delle persone sa per quali parti del corpo vuole migliorare la mobilità: la schiena è chiaramente in testa (59%).  

Tuttavia, è improbabile che la sedentarietà si trasformi presto in attività fisica: meno della metà delle persone intervistate per lo studio «Sanitas Health Forecast 2023» prevede che in futuro saremo ancora meno attivi, solo il 18% è convinto del contrario. Già oggi, la maggioranza fa esercizio fisico per meno di due ore al giorno o perché non ha tempo (51%) o voglia di farlo (34%). Anche in questo caso, la digitalizzazione ha un impatto negativo sull’esercizio fisico e sulla salute: così la pensano due terzi della popolazione. Ne sono responsabili quegli aspetti che dovrebbero effettivamente semplificarci la vita: lo shopping online (57%), per esempio, o le videoconferenze (51%).  

«Deformazione digitale»: la digitalizzazione mette in pericolo la nostra vista
La penetrazione digitale nelle nostre vite influisce anche sui nostri sensi. Ad esempio, la maggioranza della popolazione (71%) ritiene che la digitalizzazione stia riducendo la nostra facoltà visiva. Un numero molto inferiore di persone (37%) ritiene che abbia un impatto negativo anche sull’udito. E solo pochi abitanti della Svizzera (13%) ritengono che la digitalizzazione abbia anche un impatto positivo sui nostri sensi.

Questo sta destando preoccupazione in tutta la Svizzera. Difatti, per la grande maggioranza di chi vive in Svizzera (84%), la vista è di gran lunga il senso più importante che possediamo. Solo per una minoranza l’udito (8%) o l’olfatto (2%) sono al primo posto. Inoltre, il 61% della popolazione vorrebbe avere una vista migliore, mentre allo stesso tempo poco più della metà delle persone intervistate (58%) teme che la propria vista diminuisca con l’avanzare dell’età. 

Anche per quanto riguarda i nostri sensi, desideriamo cose più tangibili. Un terzo delle persone intervistate vorrebbe maggiore vicinanza e contatto (33%). Perché il contatto fisico fa ovviamente bene anche alla salute: due terzi della popolazione (66%) sono convinti che aiuti a curare le malattie e ad accelerare il processo di guarigione. La realtà, tuttavia, mostra che sei abitanti della Svizzera su dieci hanno meno contatto fisico oggi rispetto a tre anni fa; solo l’11% dichiara di averne di più rispetto al passato. Alla domanda sulle ragioni di questo sviluppo, la maggior parte delle persone intervistate sospetta che i responsabili siano la paura delle malattie trasmissibili (58%) e la maggiore consapevolezza dell’igiene (49%) dopo la pandemia. La visione del futuro non è molto sensuale: la maggior parte (58%) è convinta che le persone si toccheranno sempre meno.