Desensibilizzazione: un valido aiuto contro il raffreddore da fieno

La punturina contro lo starnuto: chi soffre di allergie può abituare il proprio corpo al polline sottoponendosi alla desensibilizzazione.

Testo: Katharina Rilling; foto: iStock

Un picnic tra prati e fiori, il polline che si libera nell’aria, c’è profumo di fieno e paglia. Bello, no? A chi al solo pensiero iniziano a prudere il naso e a bruciare gli occhi, con tutta probabilità soffre di raffreddore da fieno. Non è una novità, circa il trenta percento delle persone in Svizzera ha una forma di allergia al polline; alle nostre latitudini, questo tipo di allergia si piazza così al primo posto tra tutte le allergie.

Il raffreddore da fieno è un fenomeno sconcertante: i pollini dei fiori e delle graminacee che ci circondano ogni anno vengono considerati pericolosi dal nostro corpo che li combatte come se fossero agenti patogeni. Il sistema immunitario reagisce con veemenza. E la situazione diventa uno strazio. Raffreddori, pruriti, arrossamenti, lacrimazione, disturbi respiratori o un senso opprimente al torace sono, per le persone allergiche, una tortura che dura più settimane o addirittura mesi ogni anno.

Quando è il periodo del raffreddore da fieno?

Le persone colpite non soffrono solo in primavera o in estate. Il nocciolo e l’ontano iniziano a dare fastidio già a partire da dicembre o gennaio. Entro aprile seguono diversi tipi di albero. In tarda primavera e in estate, le persone allergiche devono sopportare soprattutto le graminacee. A seconda del tempo, le piante disperdono i pollini ogni anno in tempi diversi e anche in misura diversa. Sulla rete pollinea, come per esempio di MeteoSvizzera, si trovano informazioni sui pollini.

Comunque sia, le persone che soffrono di raffreddore da fieno potranno difficilmente evitare il contatto con i cosiddetti allergeni, cioè le sostanze che scatenano i loro disturbi; questi svolazzano intorno a loro tutto il giorno e a volte in concentrazioni molto elevate.

Raffreddore da fieno: chi è colpito?

Non si capisce bene perché colpisca chi colpisce. I fattori genetici giocano probabilmente un ruolo importante, poiché la tendenza alle allergie può essere ereditata. Anche il nostro stile di vita estremamente igienico sembra favorire il raffreddore da fieno. «Inoltre, a causa dell’inquinamento atmosferico, col tempo i pollini sembrano essere diventati più aggressivi e possono causare allergie a più persone», afferma il dr. med. Gerhard Müllner, primario di allergologia e sost. responsabile del Centro di allergologia e dermatologia dell’ospedale cantonale di Lucerna.

Cura: cosa fare contro il raffreddore da fieno?

«Per fortuna oggi c’è un’intera gamma di medicinali efficaci per la cura del raffreddore da fieno: dagli spray nasali antinfiammatori, al collirio antiallergico e agli antistaminici in forma di compresse e gocce», afferma l’allergologo. Gli antistaminici agiscono frenando l’istamina, cioè la sostanza che provoca nel nostro corpo la reazione immunitaria alle allergie. 

Anche il cortisone in spray nasale e il collirio antiallergico (senza cortisone) aiutano contro il raffreddore da fieno, poiché impediscono le reazioni infiammatorie. Il dott. Müllner sottolinea: «Lo spray nasale al cortisone è il medicinale più efficace per il raffreddore da fieno. Molti comprano prima gli antistaminici in farmacia e ne hanno bisogno sempre di più per mantenere lo stesso effetto. Lo spray nasale contenente cortisone è molto ben tollerato e può essere usato a lungo senza problemi. 

Anche i colliri antiallergici senza cortisone possono essere usati senza remore per periodi più lunghi. I colliri contenenti cortisone, invece, dovrebbero essere usati solo dopo aver consultato l’oculista.»

Desensibilizzazione: affrontare la causa del raffreddore da fieno

Se i medicinali non aiutano abbastanza o col tempo si vuole rinunciare alle medicine, il passo da affrontare è la desensibilizzazione, chiamata anche iposensibilizzazione, vaccino antiallergico o immunoterapia. Il problema viene estirpato alla radice, invece di combattere solo i sintomi del raffreddore da fieno: «Abituiamo gradualmente il sistema immunitario agli allergeni in modo da ridurre la reazione e con essa anche i disturbi», afferma il dott. Müllner. Già a partire dal quinto anno di vita si può iniziare con la terapia che è coperta dalla cassa malati.

Proprio adesso che vaccinarsi a molti fa paura, è importante sapere che il vaccino antiallergico è una cura naturale. «Non inoculiamo alcun medicinale, ma facciamo un’iniezione sottocutanea dei pollini a cui il paziente è allergico.» Inizialmente lo si fa una volta a settimana fino al raggiungimento della dose di mantenimento, dopodiché ogni quattro o sei settimane.

Chi soffre di un’avversione agli aghi delle siringhe o non può andare spesso in studio, ricorre alla cosiddetta immunoterapia sublinguale (sotto forma di gocce o di compresse da sciogliere in bocca). Tuttavia, le sostanze devono essere assunte quotidianamente a casa per sei mesi. Il dott. Müllner ribadisce che entrambe le forme di terapia durano in totale circa tre anni, ma l’effetto dura molto di più. Dopo un certo periodo di tempo, tuttavia, è di nuovo necessario desensibilizzare, poiché l’effetto si esaurisce nel tempo.

La desensibilizzazione mostra una buona efficacia

«Nella maggior parte dei pazienti la cura è efficace e ben tollerata. I disturbi diminuiscono di circa il 50 fino al 90 percento.» Una vota terminata la cura, le persone allergiche hanno molto meno bisogno di medicinali. Tuttavia, la desensibilizzazione fa paura a molti, ed è per questo che spesso ci si sottopone a questa cura solo molto tardi e solo quando l’allergia limita notevolmente la qualità della vita. «Gli effetti collaterali forti sono estremamente rari e non si conoscono effetti collaterali a lungo termine», spiega il medico.

Per brevissimi periodi possono verificarsi gonfiori o eruzioni cutanee locali, sintomi da febbre da fieno, orticaria o anche un attacco d’asma. Questi effetti collaterali si verificano in genere entro 30 minuti dall’iniezione. Per questo, dopo l’iniezione, i pazienti restano in studio in osservazione. Chi subito dopo la puntura rinuncia allo sport e all’alcol, protegge il proprio corpo. Presto nulla ostacolerà un bel picnic estivo senza il naso che cola.  

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