Lotta ai germi multiresistenti

A differenza di altri batteri, nel caso dei germi multiresistenti un ampio ventaglio di antibiotici risulta inefficace. La causa del problema è al contempo una parte della soluzione: bisogna usare meno antibiotici, afferma Philipp Jent, responsabile Prevenzione delle malattie infettive presso l’Inselspital di Berna.

Testo: Nicole Krättli; foto: iStock

Sanitas: Quando si parla di germe multiresistente?

Philipp Jent: le infezioni batteriche sono curabili in modo perlopiù efficace con gli antibiotici. Vi sono tuttavia batteri immuni a un ampio spettro o addirittura a tutti gli antibiotici. In questo caso si parla di germi multiresistenti o pan-resistenti. 

Qual è il grado di diffusione dei batteri resistenti?

I germi multiresistenti sono diffusi in tutto il mondo e negli ultimi anni la loro presenza è aumentata. In Svizzera il quadro è un po’ migliore: i peggiori germi multiresistenti, come i produttori di carbapenemasi, si riscontrano infatti soprattutto tra le persone che rientrano dall’estero. Si tratta di batteri intestinali o ambientali resistenti anche agli antibiotici di riserva a spettro molto largo. I batteri intestinali un po’ meno resistenti, i cosiddetti produttori di ESBL, sono invece diffusi anche in Svizzera. Inoltre, negli ultimi anni si riscontrano sempre più enterococchi resistenti alla vancomicina, ossia un altro tipo di batterio intestinale immune alla maggior parte degli antibiotici. 

Questi germi resistenti sono un problema creato dall’essere umano?

I batteri sono per noi essenziali. Alcuni sono portatori naturali di geni che conferiscono loro una resistenza agli antibiotici, ma normalmente si perdono nella massa degli altri batteri. Con l’assunzione di antibiotici uccidiamo tuttavia i batteri non resistenti; si crea così un vantaggio di sopravvivenza a favore dei batteri resistenti e un conseguente sbilanciamento dell’equilibrio microbiotico.

Qual è quindi la correlazione tra antibiotici e aumento dei germi resistenti?

I dati europei indicano che il problema dei germi resistenti risulta acuito ovunque le prescrizioni di antibiotici sono elevate. Al contempo, in Francia si è osservato ad esempio che determinati germi perdono resistenze specifiche se certi gruppi di antibiotici sono prescritti con minore frequenza.

Gli antibiotici vengono prescritti con troppa leggerezza?

Purtroppo sì. Gli antibiotici sono una delle conquiste mediche più importanti di sempre. Dovremmo quindi considerarli come una risorsa preziosa e impiegarli soltanto in maniera mirata. Un volume significativo di antibiotici viene prescritto per infezioni che perlopiù non sono causate da batteri. Sotto questo punto di vista vedo però un’evoluzione positiva: mentre in passato per una semplice infiammazione della gola venivano subito prescritti antibiotici, oggi si adotta una maggiore cautela.

Un problema è costituito anche dal luogo in cui avviene il contagio da germi resistenti: l’ospedale. 

Qui si concentrano molte persone malate e quindi ovviamente anche più pazienti che necessitano di una terapia antibiotica. Di conseguenza, è proprio in queste strutture che alcuni batteri resistenti sono più frequenti. Per contro, in ospedale si fa anche molto per individuare i pazienti con germi resistenti, contenere gli episodi di trasmissione e quindi minimizzare i rischi. 

Quanto sono pericolosi gli ospedali svizzeri? 

Grazie ai costanti sforzi per evitare la trasmissione di germi multiresistenti, gli ospedali svizzeri sono un luogo decisamente sicuro. Batteri multiresistenti come ESBL oppure MRSA hanno una presenza pressoché analoga sia fuori dagli ospedali che al loro interno. Tuttavia, in un contesto nosocomiale con pazienti molto vulnerabili i contagi sono più probabili. È quindi importante che gli ospedali tengano alta la guardia. Nei rari casi in cui una trasmissione provoca un’infezione, la terapia è difficoltosa e richiede l’intervento di specialisti.

Quali sono le misure di carattere generale adottate in ospedale contro i germi resistenti?

Poiché un tipico canale di trasmissione di questi batteri è il contatto diretto, negli ospedali si svolgono regolarmente campagne per l’igiene delle mani. Nelle strutture svizzere vigono standard elevati anche per quanto riguarda la pulizia delle superfici e la preparazione dei dispositivi medici. Attraverso piattaforme come SWISSNOSO Centro nazionale per la prevenzione delle infezioni, gli ospedali intrattengono un confronto costante. Inoltre, per le persone che si rivolgono a noi dopo essere state in cura presso strutture estere svolgiamo tra l’altro dei cosiddetti screening. Viene cioè condotta attivamente una ricerca dei germi multiresistenti. 

Gli ospedali esteri sono una fonte di rischio?

Nel raffronto internazionale, la situazione in Svizzera è molto buona. Al contempo ciò significa però che i pazienti curati di recente in ospedali esteri presentano un rischio più elevato per quanto riguarda i germi resistenti. Nell’Italia settentrionale, ad esempio, si è recentemente registrato un focolaio del lievito candida auris, che può causare sepsi e infezioni gastrointestinali.

Che cosa può fare ognuno di noi per ridurre la trasmissione dei germi resistenti?

Oltre al rispetto delle consuete misure di igiene, con cui tutti noi abbiamo la massima dimestichezza dallo scoppio della pandemia da COVID-19, è importante soprattutto un atteggiamento critico nei confronti degli antibiotici.

Che cosa significa concretamente?

Gli scenari classici di prescrizioni inutili di antibiotici sono le infiammazioni orofaringee, quelle dell’orecchio medio e altri stati flogistici delle vie aeree superiori. In questo caso sarebbe opportuno ponderare con il medico curante se l’assunzione di antibiotici è davvero necessaria. Lo stesso vale in parte anche in caso di presunte infezioni delle vie urinarie. Le terapie antibiotiche dovrebbero avere la durata più breve possibile; consumare l’intera confezione è spesso inopportuno. Inoltre il dibattito deve andare oltre la medicina umana, in quanto gli antibiotici vengono spesso impiegati anche negli allevamenti e nelle coltivazioni. Un atteggiamento di cautela è ancora più importante, in quanto non viviamo nel vuoto, bensì in simbiosi con piante e animali. Maggiori resistenze in questi ambiti accentuano quindi il problema anche per l’essere umano. Sono necessari sforzi a tutti i livelli per mantenere anche in futuro l’efficacia di una risorsa terapeutica preziosa come gli antibiotici, sempre imprescindibili in caso di infezioni gravi.

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