Dipendenza dalla rete
Dipendenza dalla rete: un termine sempre più comune. Siamo curiosi di sapere: quando una persona si può classificare come «dipendente dalla rete»?
Franz Eidenbenz, psicologo che si occupa di patologie legate ai nuovi media, parla di «dipendenza dalla rete» quando, nei suoi pazienti, riscontra i seguenti sintomi:
- le persone perdono il controllo del consumo delle risorse online;
- nonostante le ripercussioni negative sulle loro prestazioni a scuola o sul posto di lavoro, continuano imperterriti nel consumo incontrollato della tecnologia;
- allo stesso tempo queste persone trascurano la vita sociale e le relazioni con famiglia, amici e colleghi.
Il tempo impiegato su Internet di per sé non è fonte di dipendenza, sottolinea Eidenbenz, responsabile nel centro Radix per la dipendenza dal gioco e altre dipendenze, a Zurigo (spielsucht-radix.ch). Ci sono molti modi di utilizzare utilmente le risorse online come ad esempio ricercare, scrivere e comunicare. «Il problema sorge quando non si è più in grado di controllare il resto della vita. Cio è quando il consumo ossessivo diventa più importante di tutto.
«L’astinenza digitale oggi non rappresenta più una valida opzione». »
Che problema? Io non ho nessun problema!
In Svizzera, il 7,4 % dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni sono dipendenti da Internet. I più colpiti dalla dipendenza sarebbero, secondo Eidenbenz, i giovani di sesso maschile. Molti dei pazienti presi in cura da lui non sapevano di avere un problema. Per questo motivo, al fine di un buon successo della terapia, è importante coinvolgere le autorità, la scuola o il datore di lavoro.
Per potere aiutare i suoi pazienti, Franz Eidenbenz rileva assieme a loro l’utilizzo della rete e li invita a monitorarne il consumo. Inoltre cerca con loro attività alternative per occupare il tempo libero e sperimenta nuove forme di superamento dei conflitti.
«I media non fanno diventare le persone né più stupide, né più intelligenti, a patto che li si utilizzi in modo intelligente e controllato».»
«L’astinenza digitale», asserisce l’esperto, «oggi non rappresenta più una valida opzione». Quasi tutte le professioni necessitano di know how e competenze digitali. «I media non fanno diventare le persone né più stupide, né più intelligenti, a patto che li si utilizzi in modo intelligente e controllato».