Dossier: Coaching per la corsa

Il coach a portata di mano

Ormai i contapassi appartengono al passato, i bracciali fitness e gli activity tracker sono il presente. Grazie ai loro numerosi sensori, questi bracciali alla moda riescono a registrare ogni nostro movimento, persino quando dormiamo.

Già nel 2016 venivano venduti oltre 150 milioni di wearable in tutto il mondo, di cui 100 milioni di smartwatch e bracciali fitness.

Fitibit Flex 2 e l’app Sanitas Active per Nicole e Christoph

I bracciali fitness sono un ottimo, e non caro, ausilio per aggiungere più movimento alla vita di tutti i giorni. Un ulteriore vantaggio è l’effetto motivazionale che è percepibile quando si raggiunge l’obiettivo giornaliero. Anche Nicole Abgottspon e Christoph Blanik, i candidati del coaching per la corsa Sanitas, hanno un Fitbit al loro polso, collegato con l’app di Sanitas.

«Proprio per i principianti, un tracker o un orologio sportivo può rappresentare un importante ausilio», afferma il coach Viktor Röthlin, «poiché chi inizia con la corsa non ha ancora sviluppato una sufficiente percezione delle capacità, ma anche limiti, del proprio corpo.» Soprattutto gli orologi sportivi che misurano anche la velocità e la frequenza cardiaca contribuiscono a sviluppare questa percezione. Dopo un po’ non si ha più il bisogno di guardare l'orologio al polso durante la corsa e si analizza i dati soltanto dopo. «Spesso sono gli uomini ad avere una percezione sbagliata di sé e strafanno con gli allenamenti», racconta il campione europeo di maratona. Le donne, invece, si muovono tendenzialmente nella comfort zone e risparmiano le loro energie «per ogni eventualità».

«Proprio per i principianti, un tracker o un orologio sportivo può rappresentare un importante ausilio»
Viktor Röthlin

Alta tecnologia o la regola del parlare?

A seconda dell’obiettivo dell’allenamento e del livello di condizione fisica, l’impiego di orologi sportivi con GPS oppure di una delle numerose app di fitness, con o senza activity tracker, può essere sensato. Ma anche senza l’alta tecnologia ci si può allenare in modo corretto. Per Nicole e Christoph, Viktor Röthlin consiglia per esempio la regola del parlare, un sistema che si è affermato negli anni e che consente di controllare meglio l’intensità dell’allenamento.

Tutto sotto controllo grazie alla regola del parlare

  1. Livello d’allenamento ottimale
    Per i principianti, la velocità ideale è quella durante la quale riescono a parlare senza troppa fatica.  Chi pratica poco sport giunge ai propri limiti già allungando un po’ il passo. A seconda del piano d’allenamento e dell’obiettivo individuali vengono formulati cosiddetti «allenamenti moderati».
  2. Allenamento moderato
    Durante una corsa tranquilla si è in grado di parlare per frasi intere. Introdurre, di tanto in tanto, una fase ad allenamento moderato aumenta l’efficacia dell’allenamento. A seconda del piano d’allenamento e dell’obiettivo individuali vengono formulati cosiddetti «allenamenti duri».
  3. Allenamento duro
    In questi casi, il livello d’allenamento è già così alto che si riesce a scambiare solo qualche parola. Non è l’intensità adatta ai principianti.
  4. Allenamento molto duro
    Durante questi allenamenti non si riesce a parlare. Non consigliabile per chi corre a scopo ricreativo, o al limite soltanto negli ultimi metri.

Viktor Röthlin,
campione europeo di maratona, esperto del movimento

«Il mio obiettivo non è solo quello di far correre l’intero tragitto a Nicole e Christoph, bensì che grazie al coaching i due possano cambiare in positivo e in modo duraturo le loro abitudini relative al movimento.»

Condividi