Dossier: Mentalmente forti

Alcolismo: quando è troppo

Quasi tutti bevono alcolici. Ma per alcune persone bere un bicchiere in più non è più solo un piacere: in Svizzera, circa 250 000 persone sono dipendenti dall’alcol o ad alto rischio di dipendenza dall’alcol. Da quando si parla di dipendenza e come evitarla?

Testo: Katharina Rilling; foto: iStock

Un bicchiere di spumante per un brindisi, una birra mentre si guarda una partita, un vin brulé al mercatino di Natale o un bicchiere di vino in compagnia: le occasioni non mancano mai. Per molte persone l’alcol fa parte della vita e pertanto il grado di accettazione da parte della società è elevato. Patrick Jola, responsabile delle comunicazioni/raccolta fondi della Croce Blu, sostiene: «L’alcol è fortemente ancorato nella nostra cultura. Per questo, molti hanno difficoltà a farne a meno. La gente per esempio ti guarda male se durante un aperitivo rifiuti un bicchiere di spumante.» 

A partire da quando l’alcol è dannoso?

Quanto è veramente troppo? L’abbiamo chiesto ad Arlette Reinmann Rudolf, psicoterapista e responsabile della consulenza presso la Croce Blu di Zurigo. «Le donne dovrebbero bere al massimo un bicchiere standard, che corrisponde a un massimo di 12 grammi di alcol puro. Gli uomini al massimo due bicchieri standard al giorno, ovvero circa 24 grammi di alcol puro. Tutto ciò che va oltre è considerato rischioso.»

Questi limiti massimi sono stati fissati dalla Commissione federale per i problemi inerenti all’alcol sulla base di studi medici. Ma questo non significa che uno o due bicchieri di vino vadano bene come routine quotidiana: si dovrebbe fare una pausa di almeno due giorni a settimana. 

Spesso durante le feste si consuma una quantità maggiore di quella raccomandata. Ma anche in questi casi gli uomini non dovrebbero bere più di cinque bicchieri standard e le donne non più di quattro. «Il cervello si abitua all’alcol e alla buona sensazione che scatena nel sistema di ricompensa del nostro organismo», spiega Reinmann Rudolf Il problema del consumo regolare di alcol, secondo la responsabile del centro di consulenza, è che ne serve sempre di più per ottenere lo stesso effetto. Un meccanismo pericoloso.

«La gente per esempio ti guarda male se durante un aperitivo rifiuti un bicchiere di spumante.»
Patrick Jola, responsabile della comunicazione/raccolta fondi Croce Blu

Sono dipendente?

Il confine della dipendenza è fluido. Oltre al classico caso di alcolismo grave ci sono molti altri atteggiamenti problematici legati al consumo di alcol. Per esempio alcuni non toccano un goccio di alcol durante la settimana, ma esagerano ogni fine settimana al punto da non ricordarsi più cosa sia successo e ritrovarsi in situazioni imbarazzanti. Segni concreti di una dipendenza sono:

  • avere una forte esigenza di alcol e non saperne controllare il consumo
  • trascurare altri interessi
  • non riuscire a rinunciare all’alcol, nonostante si abbia la consapevolezza che sia dannoso

La psicoterapista Reinmann Rudolf fa riferimento al principio guida della Commissione federale per i problemi inerenti all’alcool: «Un consumo a rischio si riconosce dalle seguenti caratteristiche: troppo, troppo spesso, nel momento sbagliato.

Prendete sul serio qualcuno che si esprime sul vostro consumo di alcol, in quanto l’ostacolo per affrontare l’argomento è alto. L’alcol, infatti, è una sostanza generalmente ben accettata. E infine, ci si dovrebbe chiedere perché si beve. Se si beve in funzione di qualcosa (p.es. bevo per calmarmi o per concludere la giornata) significa che qualcosa non va. 

Uscire dalla dipendenza: terapia e ricaduta 

In passato le persone che non riuscivano a controllare il consumo d’alcol erano considerate deboli, senza forza di volontà. Oggi sappiamo che l’alcolismo è una malattia che li accompagna per tutta la vita. «La dipendenza è un’interazione di fattori biologici, psicologici e sociali che devono essere tutti presi in considerazione», afferma Arlette Reinmann Rudolf. Pertanto, la consulenza e la terapia sono le vie da battere. «Di regola una dipendenza da alcol grave e duratura implica una disintossicazione stazionaria seguita da una terapia ambulatoriale. Anche gruppi di autoaiuto sono utili per restare sobri.»

Il rischio di ricadute è tuttavia elevato: «Secondo le stime e gli studi, il tasso è del 70-90%. La strada per uscire dalla dipendenza è paragonabile più a una maratona che a uno sprint», spiega la responsabile del centro di consulenza della Croce Blu.  E aggiunge che le persone che chiedono sostegno hanno in media una prognosi migliore.

«Qualsiasi tipo di alcol può portare a una ricaduta: anche quello dei cioccolatini al liquore o quello usato per sfumare una pietanza.»
Arlette Reinmann Rudolf, responsabile della consulenza presso la Croce Blu.

Mai più alcol? 

Quindi gli alcolisti non potranno mai più brindare con i loro amici o mangiare un cioccolatino al liquore? Meglio di no. L’odore dell’alcol scatena i ricordi della fase di dipendenza in molte persone con una dipendenza dall’alcol e fa scattare il meccanismo di dipendenza. Attenzione: l’alcol si può trovare anche nei cibi cotti. «Qualsiasi tipo di alcol può portare a una ricaduta», avverte Arlette Reinmann Rudolf. La guarigione definitiva quindi non esiste. «Molti vorrebbero poter bere in modo controllato. Ma questo accade solo raramente. Se continuano a verificarsi ricadute, vale la pena di passare a una fase più lunga di astinenza completa. Molti si accorgono di sentirsi meglio e decidono di astenersi completamente all’alcol.»

Prevenzione: cosa aiuta?

La miglior cosa è sensibilizzare, educare, promuovere attività interessanti e buoni contatti prima che sorga un problema di dipendenza (vedi box), soprattutto nell’adolescenza, quando si fanno le prime esperienze con l’ebrezza. La psicoterapista non ha alcun dubbio: «Una buona prevenzione in giovane età si è dimostrata efficace», e aggiunge che sarebbe meglio evitare che l’alcol fosse disponibile sempre e ovunque. Ecco perché la Croce Blu effettua regolarmente acquisti di prova per assicurarsi che l’alcol non sia venduto ai minori. 

Fondazione Sanitas: impegno per un consumo moderato di alcol

«Le sostanze che creano dipendenza sono un rischio onnipresente e richiedono un lavoro di prevenzione attivo», constata Andrea Gerfin, Project manager presso la Fondazione Sanitas. «È particolarmente importante che i giovani imparino a consumare l’alcol con moderazione. Devono comprendere che l’alcol non è un mezzo per superare le difficoltà.»  La Fondazione sostiene progetti senza scopo di lucro nel campo della promozione della salute e della prevenzione che utilizzano le nuove possibilità di comunicazione e di sensibilizzazione. Ecco alcuni esempi in relazione alla prevenzione dell’alcolismo:

Dry January

Un mese senza alcol: nessun problema! Oppure sì? Il modo migliore per scoprirlo è partecipare al «Dry January» della Croce Blu. «Dopo due settimane, i partecipanti si accorgono che dormono meglio», afferma Patrick Jola. «Inoltre hanno anche più energia.» È stato anche dimostrato che l’astinenza influisce positivamente sulla pressione sanguigna e sull’aspetto della pelle. Non da ultimo migliorano i valori del sangue e del fegato. Già da metà novembre si può entrare nell’ottica con varie offerte.

dryjanuary.ch

EverFresh:

Prevenzione da parte di giovani per i giovani in palestra: Durante l’EverFresh, un progetto della Fondazione IdéeSport, i ragazzi dai 13 ai 17 anni informano i loro coetanei sul tema del consumo di sostanze che creano dipendenza. Lo fanno in occasione di eventi sportivi che vogliono essere un’alternativa all’uscita serale. «Le attuali cifre in Svizzera sul consumo di alcol da parte dei giovani tra i 12 e i 17 anni mostrano che c’è ancora bisogno d’azione nella prevenzione delle sostanze che creano dipendenza. Soprattutto nei fine settimana e nelle uscite con gli amici, i giovani sono esposti alle tentazioni delle sostanze che creano dipendenza», afferma Lia Hofstetter di IdéeSport.

ideesport.ch

Ready4life

Un coaching tascabile: l’app interattiva di coaching della Lega polmonare aiuta con un chatbot a sostenere ed educare i giovani in vari ambiti della salute. L’app fornisce informazioni sulle sostanze che creano dipendenza, aiuta ad affrontare lo stress e a risolvere conflitti. Il chatbot affronta i problemi più urgenti, individualmente, con ogni utente, per esempio il tema del consumo di alcol. Invia messaggi di sostegno e fornisce risposte a domande quali: Cosa ci spinge a bere? Quanto è troppo? Come posso bere alcol senza troppi rischi?

r4l.swiss

No Addiction Coach

La nuova app del Centro delle dipendenze di Zurigo e della Croce Blu con il coaching dei chatbot André e Nora rafforza l’autogestione e accompagna le persone in terapia tra gli appuntamenti di consulenza. «Le clienti e i clienti che hanno usato l’app regolarmente hanno interrotto la terapia meno spesso. L’app quindi ha avuto un influsso positivo sul decorso della cura», spiega Sabin Bührer del Centro per le dipendenze di Zurigo. Particolarmente apprezzata è la funzione del diario. Finora, il coach può essere utilizzato solo con un codice di accesso, ma in futuro, le singole funzioni dell’app saranno disponibili anche indipendentemente da un processo di consulenza. Quest’anno, il No Addiction Coach ha vinto il premio speciale per la digitalizzazione della «Rete della salute 2025».

noa-coach.ch

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