Dossier: Stress e rilassamento

Riconoscere e prevenire il burnout

Da qualche anno il termine burnout è sulla bocca di tutti. Infatti, nessun altro termine è in grado di descrivere meglio la sensazione di deterioramento graduale.

Testo: Helwi Braunmiller

Esaurimento totale – fisico, emotivo e psichico. Un burnout può capitare a chiunque. Secondo alcuni studi ne sono colpiti 7 lavoratori su 100 persone. Da altri studi emergono percentuali ben più elevate o inferiori. Il problema è che per molto tempo il burnout non era registrato come malattia psichica nel catalogo ICD (sistema di classifica internazionale delle malattie). I medici che dovevano emettere un certificato medico hanno spesso utilizzato il codice ICD-10: «Problemi connessi a difficoltà di orientamento del proprio modo di vita». A maggio 2019 è tuttavia stato integrato in detto catalogo.

Medici e psicoterapisti pronunciano diagnosi di burnout soprattutto tra manager, imprenditori e consulenti imprenditoriali, ma anche tra insegnanti, medici o persone che lavorano in ambito infermieristico o socioeducativo. E il rischio di esserne vittima non dipende tanto dalla quantità di ore lavorative settimanali. Un ambiente di lavoro negativo, il mobbing, lo stress eccessivo o la paura di perdere il lavoro nonché problemi privati incidono negativamente sulla psiche. I presupposti individuali sono tuttavia molto più importanti: spesso le persone estremamente idealiste e impegnate raggiungono i propri limiti perché affrontano la vita quotidiana con perfezionismo, ambizione e grande senso di responsabilità.

Segnali tipici del burnout

Il burnout è il risultato di un processo graduale: prima si tenta di aumentare il ritmo di lavoro per ovviare allo stress, rinunciando a pause e riposo. Poi si manifestano i sintomi fisici e ci si distanzia dall’ambiente sociale. Segue la fase di rassegnazione. Infine si giunge a uno stato di esaurimento totale – a livello fisico, psichico ed emotivo.

Non esiste un quadro clinico uguale all’altro. Spesso però si manifestano sintomi simili a quelli di una depressione lieve o media:

  • letargia crescente, sia a livello professionale che privato, e calo d’interesse
  • forza mentale ridotta, problemi di concentrazione
  • irritabilità accentuata
  • problemi a staccare la spina nel tempo libero
  • disturbi del sonno, stanchezza costante
  • inappetenza
  • mal di testa e mal di schiena
  • capogiri e tachicardia
  • nervosismo e paura, senso di vuoto interiore
  • problemi gastrointestinali
  • inclinazione a infezioni
  • tinnito

Prevenire il burnout

Nella maggior parte dei casi è impossibile evitare completamente lo stress. Sul lavoro si potrebbe ad esempio attenuare cercando il dialogo con il superiore. In fondo, però, dipende tutto da come lo si gestisce. Oltre a concedersi delle pause e a compensare lo stress con fasi rigeneranti può risultare utile analizzare con occhio critico anche il proprio atteggiamento e le proprie aspettative. Spesso il perfezionismo individuale costituisce l’ostacolo principale.

Aiuto in caso di burnout

Coloro che cadono nella sindrome di burnout hanno qualcosa in comune: tentano a tutti i costi di funzionare e ignorano a lungo i segnali d’allarme. Si deve innanzitutto ammettere che deve cambiare qualcosa e che si ha bisogno di aiuto. Rivolgersi al medico di famiglia o uno psicologo può essere un primo passo.

Ecco cosa potete fare voi:

  • Riconoscere gli agenti stressanti: in quali situazioni mi sento sopraffatto?
  • Analizzare e interrompere gli schemi comportamentali: quali sono le cause del mio stress? In quali casi posso reagire e prepararmi diversamente?
  • Cambiare abitudini: lasciare il laptop in ufficio, non leggere le e-mail nel tempo libero, rinunciare al perfezionismo, fare moto, mangiare con calma e imparare a dire no.
  • Riconoscere e rispettare le proprie esigenze: quanto sonno mi serve? Quali sono i miei limiti? Quali incarichi sono realizzabili in tempi realistici? Cosa mi fa stare bene?